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La storia di Livia

La storia di Livia

Quando la ventenne Livia , detta amorevolmente Drusilla, incontrò Ottaviano, il futuro Imperatore Augusto, scattò il cosiddetto colpo di fulmine.

Oltre a piacersi avevano fin da subito due cose in comune: erano già sposati e attendevano dei figli. Lei coniugata con Claudio Nerone dopo aver partorito Tiberio era in attesa di Druso.Lui invece aspettava Giulia dalla seconda moglie.Succede… l’amore è cieco e vario come si dice. Ottaviano innamorato divorziò il giorno che nacque Giulia e costrinse lo sposo di Livia a fare altrettanto. Dopo tre giorni dalla venuta al mondo di Druso infatti il 17 gennaio 38 a.C. Livia e Ottaviano convolarono a nozze con tanto di ex in veste di testimoni e figli al seguito come accade alcune volte oggi in una famiglia allargata che non nutre rancori.

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L’icona

L’icona

Il nome deriva dal greco classico eiko’n – onos che vuol dire immagine.

E’ difficile dire quando siano sorte storicamente le icone. Una tradizione attribuisce le prime a S.Luca . Ce n’è invece  un’altra che ricollega l’icona alla Sacra Sindone , non eseguita da una mano d’uomo ma il cui ruolo di protezione e di vittoria sul male è maggiore rispetto a tutte le altre icone.

L’icona comunque ha un suo posto particolare nell’arte bizantina, legata quindi a Bisanzio, poi divenuta Costantinopoli, capitale dell’Impero romano d’oriente.  L’icona perdura fino alla sua  caduta nel 1453 e oltre specialmente nei centri artistici sorti in concomitanza con la diffusione dell’ortodossia in Russia,Macedonia ecc…

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Il pigmento

Il pigmento

Mi propongo di contribuire a riportare alla memoria la materia prima dell’ arte pittorica:  il pigmento…materiale che conferisce colore.

Per fascino ed importanza predomina su ogni altro elemento, è infatti  il colore,  la cromia a dare vita ad un’opera pittorica: ogni artista che voglia dedicarsi a questa arte deve misurarsi con esso trascendendo dai leganti a cui vengono miscelati, dalle tecniche e dalle modalità d’uso.

La civiltà industriale , infatti, ha allontanato l’uomo dall’origine delle cose facendogli dimenticare la loro natura originaria.

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I falsi nell’arte

I falsi nell’arte

Le copie di opere d’arte sono sempre esistite.

I concetto di FALSO esiste solo però quando si vuol far passare un’opera d’arte spacciandola per quella che non è , cioè quando c’è DOLO e l ‘intento di ingannare qualcuno.

Le COPIE sono quelle riprodotte da altri artisti tenendo sempre conto della cultura dell epoca, adottando la medesima tecnica e materiali

Le REPLICHE sono invece riprodotte dallo stesso artista o comunque provenienti dalla stessa bottega

LA GIOCONDA 2 copie, si presuppone che quella esposta al Museo del Louvre sia quella realizzata da Leonardo:

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Le grottesche

Le grottesche

Subito dopo l’incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, l’Imperatore Nerone fece costruire una nuova residenza, molto più grande e più lussuosa di quella che aveva sul Palatino, con le pareti ricoperte di marmi pregiati e le volte decorate d’oro e di pietre preziose, tanto da meritare il nome di Domus Aurea. La nuova abitazione si ispirava, con scelte innovative ed originali, alle regge orientali: venne progettata dagli architetti Severo e Celere e decorata dal pittore Fabullo.

L’enorme complesso comprendeva sconfinati vigneti, pascoli e boschi, un lago artificiale, immensi tesori saccheggiati nelle città d’Oriente e preziosi ornamenti, fra i quali una colossale statua dell’Imperatore nelle vesti del dio Sole. Alla morte di Nerone i suoi successori cercarono di seppellire e cancellare ogni traccia del palazzo. I lussuosi saloni furono spogliati dei rivestimenti e delle sculture e riempiti di terra fino alle volte e sopra furono costruite le grandi terme di Tito e di Traiano.

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